La spiritualità è linguaggio sottile. Tradurla non significa spiegare, ma trasmettere risonanze interiori. I testi spirituali parlano per immagini, simboli e silenzi. La traduzione deve restituire questo spazio, senza sovrascrivere. Tradurre lo spirito richiede ascolto, rigore e una misura che non si insegna: si sente.